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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IX, 17
 
originale
 
17. Nostri quendam Barbarum nostrae civitatis decurionem, quam Scorpionem prae morum acritudine vulgus appellat. Hic uxorem generosam et eximia formositate praeditam mira custodela munitam domi suae quam cautissime cohibebat." Ad haec ultima pistoris illa uxor subiciens: "Quidni?" inquit "Novi diligenter. Areten meam condiscipulam memoras." "Ergo" inquit anus "nostri totam Philesitheri et ipsius fabulam?" "Minime gentium," inquit "sed nosse valde cupio et oro, ordine mihi singula retexe." Nec commorata illa sermocinatrix immodica sic anus incipit: "Barbarus iste cum necessariam profectionem pararet pudicitiamque carae coniugis conservare summa diligentia cuperet, servulum suum Myrmecem fidelitate praecipua cognitum secreto commonet suaque dominae custodelam omnem permittit, carcerem et perpetua iuncula, mortem denique illam lentam de fame comminatur, si quisquam hominum vel in transitu digito tenus eam contigisset, idque deierans etiam confirmat per omnia divina numina. Ergo igitur summo pavore perculsum Myrmecem acerrimum relinquens uxori secutorem securam dirigit profectionem. Tunc obstinato animo vehementer anxius Myrmex nec usquam dominam suam progredi sinebat et lanificio domestico districtam inseparabilis adsidebat ac tantum necessario vespertini lavacri progressu adfixus atque conglutinatus, extremas manu prendes lacinias, mira sagacitate commissae provinciae fidem tuebatur.
 
traduzione
 
?Conosci, no? Barbaro, il decurione della nostra citt? che tutti chiamano Scorpione per il suo carattere scontroso; ebbene, costui teneva sua moglie sotto chiave, addirittura guardata a vista, una donna bellissima e anche di buona famiglia.? ?S? che la conosco, e anche bene,? fece la moglie del mugnaio. ?Parli di Arete, no? ? stata mia compagna di scuola.? ?Allora,? riprese la vecchia, ?conoscerai anche tutta la sua storia con Filesitero?? ?Assolutamente no. Ma racconta, ti prego. Dai, vecchia mia, che voglio sapere tutto per filo e per segno.? E allora quella vecchia chiacchierona e incorreggibile, senza aspettare oltre cominci?: ?Dunque, Barbaro dovendo assolutamente partire e volendo garantirsi, al cento per cento, che la cara moglie si mantenesse onesta, chiam? a quattr'occhi un suo giovane schiavo di nome Mirmece, fidatissimo, e gli dette l'incarico di sorvegliare col massimo scrupolo la moglie, minacciandolo di chiuderlo in carcere e di lasciarvelo per tutta la vita, di farlo lentamente morire di fame, soltanto che un uomo, anche solo passandole accanto, l'avesse sfiorata con un dito e conferm? queste minacce giurando su tutti gli dei. ?E cos? lasciando Mirmece spaventatissimo e perci? zelantissimo guardiano della moglie, Barbaro part? tranquillo. ?Da allora il povero Mirmece visse sempre sul chi va l?, non lasciava mai uscir la sua padrona, le stava sempre seduto accanto, anche quando ella filava e quando, la sera, doveva uscire per forza per recarsi al bagno, lui le si attaccava al fianco, addirittura le si incollava addosso prendendole con una mano il lembo della veste ed espletando, cos?, con uno zelo pi? unico che raro l'incarico che gli era stato affidato.
 

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